I PFU tornano a nuova vita: firmato il decreto “End of Waste” del ministro dell’Ambiente Sergio Costa per il riciclaggio degli pneumatici usati.

“Come cambiare il modo di progettare gli oggetti?
Pensare già in fase di produzione alla loro vita successiva”.
Ellen MacArthur

Il 1° aprile è stato presentato, dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il decreto sull’ “End of Waste” (termine anglosassone per definire la “cessazione della qualifica di rifiuto”) per l’utilizzo della gomma riciclata derivante da Pneumatici Fuori Uso (PFU).  A breve, il decreto verrà pubblicato anche in Gazzetta Ufficiale. 

I PFU sono una di quelle categorie di rifiuti che per anni, a causa di un complesso caotico di normative poco chiare, ha avuto grande difficoltà ad ottenere il riconoscimento di materiale riutilizzabile causando non pochi problemi alle aziende del settore e generando un accumulo  sempre più insostenibile di materiale nei depositi di rifiuti. in Italia, infatti, esistono molte aziende che fanno dell’attività di riciclo degli pneumatici la propria attività principale, ricavando granulo e polverino di gomma destinato anche e soprattutto al campo dell’ edilizia. Si tratta di un indotto che ha dato e continua a dare grandi opportunità in termini di incremento dei posti di lavoro e di smaltimento “green” dei rifiuti destinati altrimenti agli inceneritori. E’ bene ricordare infatti che ogni anno, nel nostro paese, tra il mercato della rimozione di veicoli e quello del ricambio arrivano a fine vita circa 400.000 tonnellate di PFU.

L’obiettivo del decreto, quindi, è quello di migliorare e facilitare le procedure di riciclo dei PFU, per garantire qualità e sicurezza dei materiali in uscita dagli impianti, consentendo un pieno ed effettivo recupero in tante valide applicazioni e arrivando a facilitare le attività delle aziende di riciclo, stimolando così un numero crescente di imprese che si propongono di fare dell’ “economia circolare” il fulcro della propria attività. 

Il panorama normativo in cui si inserisce il decreto trae origine dalla direttiva europea 2008/98 del 19 novembre 2008 che pone al primo posto della scala delle modalità di gestione dei rifiuti la prevenzione e, di conseguenza, la preparazione per il loro riutilizzo. L’Italia ha risposto alla direttiva con la L. 128 del 2 novembre 2019 , “recante disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali”, dove all’art. 14 bis prevede la riforma  relativa alla semplificazione “burocratica” del processo di “cessazione della qualifica di rifiuto” comunemente identificata appunto come “End of Waste”. 

Giusto per fare un esempio, l’anno scorso, grazie al decreto firmato dallo stesso ministro Costa il 15 maggio 2019, sono stati introdotti all’interno di questo procedimento i “prodotti assorbenti della persona” (pannolini e assorbenti usati). 

Molte  categorie di rifiuti rimangono, purtroppo, ancora escluse dalla normativa.

Nonostante il fatto che molte categorie di rifiuti rimangono ancora escluse dalla normativa, questo decreto rappresenta un passo in avanti verso il potenziamento dell’economia green, rivelandosi un contributo importante alla ripartenza economica del paese in quella che sarà la fase post Covid 19.

GESTIONE DEI RIFIUTI

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