Un rischio sottovalutato

L’inverno è alle porte e non bisogna pensare solo ai giorni che ci separano dal Natale. Che sia in ufficio, in produzione o nei cantieri è necessario preoccuparsi del benessere dei lavoratori e non dimenticare che le condizioni di lavoro possono cambiare.

La gestione di tale rischio risulta più o meno semplice e non si deve dimenticare che il microclima fa parte dei rischi fisici che il datore di lavoro è tenuto a valutare, come da art. 28 del D.Lgs 81/08.

Sappiamo anche che una corretta gestione del Microclima può favorire un scenario che non solo vedrà aumentare il benessere dei collaboratori, ma ridurrà l’incidenza delle assenze per infortuni e malattia.

Sai di cosa si tratta?

Il termine microclima sta ad indicare l’insieme dei parametri che caratterizzano l’ambiente in cui vive e lavora l’individuo. Questi, uniti a parametri individuali come la resistenza termica, l’attività metabolica e l’abbigliamento possono incidere significativamente sugli scambi termici tra soggetto-ambiente. Il microclima ha inoltre una forte influenza sul benessere della persona, anche se spesso i rischi legati ad esso vengono sottovalutati e percepiti minori di quanto lo siano in realtà. Le modalità per fronteggiare il problema dipendono dalla tipologia di ambiente termico in cui l’individuo è inserito.

E’ possibile di conseguenza fare una distinzione tra ambienti “severi” e “moderati”.

Gli ambienti severi, caldi o freddi, sono caratterizzati dalla presenza di vincoli produttivi e/o ambientali che impediscono il raggiungimento del benessere termico dei soggetti, compromettendone la salute. Diventa dunque necessario valutare e gestire anche questo aspetto. Ad esempio per valutare un ambiente severo freddo si potrebbe usare la norma UNI EN ISO 15743:2008 e uno dei principali metodi di controllo degli effetti negativi è l’abbigliamento, che permette di ridurre la perdita di calore per isolamento.

Al contrario negli ambienti moderati, come uffici o produzioni chiuse, non vi è in genere alcun vincolo produttivo e/o ambientale che possa compromettere il benessere termico dei soggetti. Infatti le condizioni microclimatiche sono spesso omogenee, l’abbigliamento indossato è uniforme e l’attività fisica svolta è contenuta.

L’obiettivo principale in questi ambienti è il raggiungimento di una condizione di comfort termico.

Perchè lo valutiamo

La valutazione del microclima è una pratica obbligatoria che il datore di lavoro è tenuto a compiere per salvaguardare la salute e la sicurezza dei suoi lavoratori.

A fronte di ciò ricordiamo l’art.181 del D.Lgs 81/08 comma 1:

“Nell’ambito della valutazione di cui all’articolo 28, il datore di lavoro valuta tutti i rischi derivanti da esposizione ad agenti fisici in modo da identificare e adottare le opportune misure di prevenzione e protezione con particolare riferimento alle norme di buona tecnica ed alle buone prassi”.

Effetti sulle persone

Ti prendi cura del benessere dei tuoi lavoratori?

Come abbiamo già visto il microclima ha un forte peso su di esso e rappresenta una delle condizioni principali per il raggiungimento del benessere totale.
Affinché la temperatura interna del corpo sia ottimale deve essere mantenuta in un range che varia da 35,8°C a 37,2°C. Per garantire il corretto funzionamento dell’organismo è necessario che la quantità di energia emessa o assorbita dallo stesso sia uguale a quella scambiata con l’ambiente. Infatti, l’essere umano si definisce “omeotermo” in quanto mantiene costante la temperatura all’interno del range sopracitato. Dunque scopo delle misure di controllo è favorire tale equilibrio.

I rischi che ne derivano non sono da sottovalutare. Il datore di lavoro, infatti, è obbligato a prendere le giuste precauzioni per tutelare ogni categoria di lavoratore, dai soggetti sensibili a quelli meno.

I sintomi più comuni che derivano dall’esposizione ad un microclima non ottimale sono:
– disidratazione
– abbassamento della pressione arteriosa, che può causare anche perdita di coscienza.
– alterazione nella reattività microvascolare
– eritema da calore
– anidrosi
– sincope da calore
– orticaria da freddo
– assideramento

E questi risultano solo alcuni degli effetti a cui sono esposti i tuoi dipendenti.

Si stima che 2 lavoratori su 1000 siano vittime del microclima. L’elemento chiave di questa problematica è la sottovalutazione del rischio, percepito troppo spesso minore di quello reale.

E TU HAI VALUTATO QUESTO RISCHIO?

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